i nodo: L'EDUCAZIONE POPOLARE E COMUNITARia.

"Il mio cammino alla ricerca di una Pedagogia-Educazione-Scuola Autentica è iniziato seriamente quando, 15 anni fa, in crisi rispetto al mio essere insegnante in un modo che non sentivo adeguato a me e ai miei piccoli alunni, e al mondo accademico così rigido e dominato da logiche di potere, ho deciso di partire per andare a conoscere l'educazione popolare-comunitaria  (Freire, Freinet, Milani) in Brasile e Colombia, dove ho abitato e collaborato per alcuni anni assieme alle Donne che lottano per i diritti della propria comunità, specialmente dei bambini e dei ragazzi. " (Dalla sessione autobiografica del sito)

EDUCAZIONE POPOLARE E COMUNITARIA - UN APPROFONDIMENTO

"Ovunque [... secondo alcuni autori fin dalla Rivoluzione Protestante] iniziò un processo, che qui chiamiamo di educazione popolare e comunitaria, che ebbe le più diverse forme di espressione, e contò con una varietà di matrici che si manifestarono ora attraverso fenomeni sociali di carattere pubblico, popolare, ora con lavori teorici che entrarono all'interno del dibattito culturale e scientifico internazionale, e di cui Paolo Freire fu, come si è detto, uno dei massimi esponenti ed ancora tutt'oggi un punto di riferimento ineliminabile. [In Italia è doveroso ricordare l'azione educativa e gli scritti di Lorenzo Milani e dei suoi ragazzi di Barbiana]

[...] l'educazione popolare è stata, ed è, una manifestazione sociale che abbraccia un contesto di significato ben più generale di quello ristretto in cui solitamente si situa la nozione di ”educazione”, e dove il fine ultimo non è la mera alfabetizzazione o formazione scolastica professionalizzante, ma lo sviluppo umano integrale di persone che siano soggetti politici autonomi e consapevoli.

Si può affermare che l’educazione popolare-comunitaria, che continua a svilupparsi con percorsi molto differenti e contestualizzati, si caratterizzi principalmente per alcune dimensioni tra cui:

-          l’avvio di relazioni orizzontali tra gli educatori-facilitatori e i partecipanti;

-          la partecipazione popolare nell'organizzazione tanto della formazione che dell'azione sociale;

-          il principio che i problemi e le soluzioni devono essere originate dalla comunità.

Il percorso politico-pedagogico dell’educazione popolare comincia con la lettura critica e lo studio della propria realtà per individuarvi le situazioni di oppressione e le logiche sottostanti, ed arriva a sviluppare risposte d'azione collettive che agiscano concretamente su di essa. Inoltre, si riflette criticamente sulla qualità della risposta raggiunta, come parte del processo stesso. Comunque, come detto, non c'è una sola metodologia di riferimento, perché l'educazione popolare è sempre fondata sul contesto, cioè le varie esperienze devono essere organicamente riferite al proprio contesto.

Il risultato finale dell'educazione popolare è lo sviluppo dell’abilità di leggere il proprio mondo, della capacità di trasformare la propria realtà, e dell'abilità di mutare al suo interno le relazioni oppressive di potere.

Inoltre, l'educazione popolare parte dalla consapevolezza che il sapere è prodotto socialmente, e non è un bene a se stante, privilegio di pochi: ci sono intellettuali in tutte le classi sociali, e collettivamente gruppi privi di potere possono diventare forze altamente contro-egemoniche attraverso la produzione della propria conoscenza e la sfida a quella ufficiale del gruppo dominante. Di conseguenza, l'educazione popolare riconosce l'importanza della cultura tanto quanto quella del potere economico e politico."

(Simone Piazza, tesi di dottorato, Padova 2008)


DAI NATS (NIÑOS ADOLESCENTES TRABAJADORES) DI BOGOTA' E I MENINOS DI SALVADOR DE BAHIA ALLE BARBIANE DEL MONDO.

Tutto è cominciato da Loro. I loro Occhi, così vivi e luminosi seppur abitanti le periferie del mondo, rispetto a quelli di troppi bambini e ragazzi che incontravo nelle scuole e strade che conoscevo, già spenti annoiati tristi a 9 anni.

Questi occhi, e l'aver camminato assieme per alcuni anni accompagnato dai loro educatori ed insegnanti, mi hanno offerto uno sguardo differente sul mondo della scuola e dell'educazione che conoscevo, uno sguardo colmo di autentico interesse verso la propria Comunità (I Care), di Luce e Speranza per una Vita Piena e Degna, per tutti, oggi e non domani. 

Tornato in Italia, ho cominciato ad approfondire tutto questo Mondo sia ricercando altri Testimoni di questo Modo Autentico di vivere la Scuola e l'Educazione (cito solo come principali esempi Paolo Freire, don Milani, Freinet) sia rielaborandolo io stesso per renderlo seme di trasform-azione verso un'Educazione Autentica.

Qui sotto troverete gli abstract di alcuni materiali che con cura e profondità ho realizzato in questi anni. Se siete interessati ad averli, contattatemi pure.

VOCI DI BAMBINI LAVORATORI - dvd

La Fundacion Pequeño Trabajador è nata da più di vent'anni, ed è una comunità di bambini, adolescenti ed adulti lavoratori che ha sede nel barrio “Patio Bonito” di Bogotà. Fa parte del movimento dei Nats (Niños  Adolescentes Trabajadores) dell’America Latina e promuove il protagonismo di bambini ed adolescenti.

NEL DVD LORO STESSI CI PARLANO DELLA LORO VITA E LOTTA QUOTIDIANA PER REALIZZARE I LORO SOGNI, NEI LABORATORI DI ECONOMIA SOLIDALE, NELLA SCUOLA, PARTECIPANDO DA PROTAGONISTI NELLA COMUNITA' LOCALE. Ci parlano e ci convocano rispetto al grande tema dei DIRITTI DI TUTTI I BAMBINI E RAGAZZI, per essere a nostra volta Testimoni nelle scuole, nelle case, nelle città che abitiamo.

il coraggio di insegnare - libro

La Storia di Vita di due Donne, Madri, Insegnanti che hanno dedicato tutta la loro Energia a costruire assieme ai loro bambini e ragazzi e alle loro comunità quella Scuola Autentica che testimonia il Coraggio di Insegnare!

scuola famiglia comunita': intreccio tra culture. Sinergie locali verso una scuola Partecipata e Comunitaria - tesi phd.

Cinque anni di lavoro sul campo, tra le scuole e le strade di due scuole italiane, una brasiliana e una colombiana, quest'ultime appartenenti all'educazione popolare e comunitaria. Ne è nato un lavoro molto articolato, che analizza secondo una prospettiva di ricerca etnografica dapprima ognuno dei tre contesti culturali, secondo le direttrici interpretative della "relazione interpersonale" e della "partecipazione democratica dei soggetti coinvolti", poi le intreccia formulando una proposta di scuola pubblica, partecipata e comunitaria.  Che appare sempre più attuale e urgente anche nella scuola pubblica italiana.


MOSTRA FOTOGRAFICA "VOLTI E FACCE DI BOGOTA'"

Una carrellata dei VOLTI autentici, colti in diverse situazioni di vita quotidiana, dei bambini che rendono Viva e Luminosa questa città di mille contraddizioni.

 

Una sfilata delle FACCE che sa mostrare Bogotà a chi la abita o la percorre a lungo, luoghi violenti o colmi di tenerezza, dove si affaccia anche l'esperienza della Fondazione "El pequeno trabajador", oasi di vita comunitaria autentica.

articolo su i nats e il disagio infantile


"Cosa mi chiama a tornare da Loro, in questa che sento sempre piú come una famiglia di cui almeno un po’ anch’io faccio parte?

Sento che a partire da qui sto trovando un po’ alla volta il mio cammino verso l’Essenziale, ció che é invisibile agli occhi (Piccolo Principe), cercandolo nel vivere fino in fondo relazioni autentiche e profonde con l’Altro. Ogni Altro. Ma io stesso non sono nato maestro in questo, da noi credo non si insegni quasi piú con l’esempio cosa voglia dire costruire e sostenere una relazione intima e costruttiva in cui non ci si risparmi la critica, ma per amore!, e perció ho scelto di ricercare – sia nel senso di un mio cammino personale come uomo-educatore-insegnante che nel mio percorso di ricerca nel dottorato - esperienze di piccole comunitá in cammino come questa, dove si lotta assieme per il proprio diritto, e quello degli altri, alla dignitá di ogni uomo. Ho sentito, per crescere, di dovermi rivolgere ai piú Piccoli, di dovermi rifare un po’ io stesso piú bambino, e vi assicuro che é un qualcosa di trasformante! " (da un articolo scritto da Simone Piazza per il giornalino della Fondazione Pequeno Trabajador nel 2005)