COS'è L'EDUCAZIONE AUTENTICA

Le riflessioni e testimonianze che qui sono raccolte sotto il nome di "Pedagogia/Educazione Autentica" non nascono dalla velleità di affermare una nuova teoria pedagogica contrapposta ad altre.

 

Piuttosto vogliono riunire sotto la denominazione di “Pedagogia autentica" alcune dimensioni pedagogiche, alcuni principi e pratiche educativi che, addentrandomi in profondità in differenti esperienze e paradigmi, ho trovato da una parte aderenti alla mia ricerca e sperimentazione educativa, dall'altra “i più degni” alla prova sul campo per i bambini ragazzi adulti che accompagnavo. 

 

Ho così potuto “intrecciarli” perché mi sono parsi un po' alla volta molto affini in quegli aspetti definiti “essenzialmente connaturati ad uno sviluppo umano integrale” da quegli autorevoli autori ed attori educativi (per citarne solo alcuni Freire, Freinet, Milani, Dewey, Montessori, Neill…) che incontravo approfondendone l’approccio pedagogico e la pratica educativa.

 

Non intendo con ciò negare le differenziazioni esistenti tra "modelli" educativi in alcuni casi, su alcuni aspetti, anche molto distanti, né criticare chi in nome di queste affermi di prediligere un certo approccio/metodo rispetto ad altri, su cui unicamente basare le proprie scelte ed i propri passi educativi.

 

Personalmente, progressivamente, ho maturato la consapevolezza di voler “andare oltre”; i desideri ed i bisogni dei bambini, dei ragazzi e di molti adulti che continuo ad incontrare per le scuole e le strade del mondo mi hanno fatto comprendere che, se cerco, nel tempo e nel contesto in cui abito, di contribuire davvero al cambiamento ed alla trasformazione di alcune dinamiche individuali e sociali assieme alle persone che abitano una certa comunità (=essere educatore secondo questa prospettiva), forse posso autenticamente essere più efficace se facilito una “condi-visione” verso ciò che unisce ed avvicina, verso ciò che é considerato comunemente un valore, piuttosto che se contribuisco anch’io a separare, giudicare, contrapporre.

Riscontro ancora troppo spesso come la maggior parte delle logiche dominanti nel mondo d'oggi, seppur di differente provenienza culturale politica ideologica, continuino a perpetuare dinamiche di scontro, di bianco contro nero, di giusto contro sbagliato, di vero contro falso che se a livello logico-razionale possono risultare utili a discriminare e ad orientarsi, a livello poi di convivenza tra le persone contribuiscono a creare muri, fossati, se non quando ulteriori "guerre sante".

 

Personalmente non credo che da nessuna guerra possa nascere una pace autentica, da nessuna affermazione violenta di una parte su di un'altra possa nascere un reale sviluppo (=educazione) ed il desiderio di collaborare ad un benessere comune.

 

Un primo esempio di una coordinata pedagogico-educativa che ho ritrovato trasversale ai paradigmi educativi da me approfonditi ha a che vedere con la centralità di una relazione educativa non autoritaria tra bambini, ragazzi ed adulti. Nella pedagogia comunitaria, in particolare nell'esperienza pedagogica dei Nats, si parla di "relazione orizzontale": se si riconosce che vi sia tra adulti e bambini un diverso bagaglio di saperi e di competenze, non per questo il potere decisionale viene strutturato verticalmente, con gli adulti che decidono per bambini e ragazzi, nelle esperienze educative che li coinvolgono. Nell'educazione democratico-libertaria alcuni autori ed educatori parlano di "autenticità' dell'incontro" tra adulti e bambini: "gli adulti sono sempre se stessi e non impersonano un determinato ruolo; parlano con i bambini e non ai bambini" (M. P. Smith, Educare per la libertà, pag. 99), ancora una volta cioè si incontrano su di uno stesso piano, senza sovrastrutture autoritarie. La Montessori, similmente, sottolinea come fondamentale nel insegnante un atteggiamento autentico che lo porti a: "ascoltare là dove si è invitati. Rispettare chi lavora, senza interrompere né interrogare. Rispettare chi sbaglia senza mai correggere direttamente. Rispettare chi si riposa e guardare gli altri lavorare senza richiamare e senza obbligare al lavoro. Far sentire la presenza a chi la cerca, nascondersi a chi ha trovato" (dal Dodecalogo della maestra montessoriana).

 

 

SE ANCHE VOI VI RICONOSCETE IN QUESTO APPROCCIO INTERESSATO A CIO' CHE CI UNISCE TRA DIFFERENTI PIUTTOSTO  CHE A CIO' CHE CI SEPARA, FORSE TROVERETE INTERESSANTE APPROFONDIRE I CONTENUTI QUI OFFERTI, E CREARE A VOSTRA VOLTA ULTERIORI INEDITI INTRECCI E CONVERGENZE VERSO UNA PEDAGOGIA AUTENTICA.


voci DI EDUCAZIONE AUTENTICA...







 

 

 

"Pensiamo che sia possibile un cammino educativo autentico, diverso da quelli in cui vige troppo spesso:

  • L’imposizione invece della responsabilizzazione
  • La rispondenza a modelli omologanti piuttosto che lo sviluppo integrale di ogni individuo
  • L’ascolto passivo e immobile invece che la partecipazione attiva
  • L’obbedienza acritica invece del pensiero critico
  • L’ansia da prestazione e competizione invece che la gioia serena da creazione e collaborazione
  • Le discipline verbose invece che le arti del saper fare e creare, con la musica il corpo i colori…
  • Un ambiente cupo e chiuso e sterile invece che spazi aperti e vivi inseriti nella Natura

 

 

 

 

 

 

Ci rivolgiamo soprattutto a quelli, magari come voi, che sono ormai stanchi di credere che questa sia l’unica “pappa pronta” che possiamo dare ai nostri bambini e ragazzi, perché sappiamo che hanno bisogno e che si meritano ben altro… ma dov'è quest’altro?? In un altro mondo??

Noi crediamo che possa realizzarsi invece proprio qui, adesso, assieme a noi, con voi. Perché un saggio un giorno ha detto: “Se ciò che sognate vi sembra che ancora non esista, forse sta aspettando proprio voi per essere realizzato” (L.Octavio).

Ingredienti possibili?

  1. VALORIZZAZIONE DI OGNUNO
  2. COLLABORAZIONE E SOLIDARIETÀ 
  3. CRE-ATTIVITÀ 
  4. AUTONOMIA
  5. LIBERTÀ NELLA RESPONSABILITÀ  RECIPROCA
  6. ARMONIA NELLA NATURA
  7. ESPRESSIVITÀ  EMOTIVA ED ARTISTICA
  8. GESTIONE COMUNITARIA DELLE DECISIONI E DEI CONFLITTI
  9. IMPARARE GIOCANDO, FACENDO, USANDO LE MANI, GLI STRUMENTI, I RAMI…, APPROFITTANDO DEL BOSCO, SENZA TROPPA ANSIA Di SPORCARSI UN PO’!
  10. ……………………………………………………

 Aggiungete anche Voi, se vi stuzzica l’idea, quegli ingredienti che credete più importanti per i vostri figli, ed anche per quelli che potrebbero essere loro compagni in questa nuova avventura!"   (dal sito de "La Scuola che non c'è")

"Ho un sogno...

 

Sogno un giorno di vedere i bambini di tutto il mondo andare a scuola con gioia, perché apprendere è riscoprirsi liberi e fratelli.

 

Sogno un giorno di udire nelle classi le voci, le domande, le idee di tutti, piccoli e grandi, perché insegnare ed apprendere assieme significano partecipare ad un mondo nuovo.

 

Sogno di vedere un giorno nelle scuole i cuori camminare assieme con i cervelli, le emozioni abitare le nozioni, perché si studieranno cose che appartengono alle culture e alla vita di ognuno; cose che hanno significato, valore, storia, affetto.

 

Sogno un giorno di veder cadere i muri che recintano le scuole, dentro e fuori, perché la Vita vi possa entrare, come una bambina, e come una maestra.

 

Sogno un giorno di vedere i professori di tutto il mondo giocare tra di loro e con i bambini, perché così si apprende il Gioco della Vita.

 

Sogno un giorno di vedere i genitori insegnare la propria cultura dentro le scuole, ed i professori uscire nelle strade per leggere con i bambini e la gente la loro realtà.

 

Sogno un giorno in cui le scuole risuonino delle storie degli uomini di tutto il mondo, e delle musiche di tutti gli strumenti, e delle danze di tutti i movimenti, delle forme e dei colori di tutti i fiori, le piante, gli animali, gli uomini, i mari ed i cieli del mondo.

 

Un giorno, desidero vedere scuole così. Desidero vedere le scuole, tutte, A COLORI.

 

Simone Piazza, Salvador de Bahia, 23 luglio 2005

 

Credetemi, io da allora non mi sono mai più risvegliato da questo Sogno, alimentato dall'energia di tanti bambini, ragazzi, ed insegnanti coraggiosi, che continuo ad incontrare nella mia Strada, nel mio Viaggio.

 

Vi auguro abiti presto anche in voi, se già non vi appartiene, magari anche grazie alle Storie delle Donne e delle Maestre che vi ho fin qui raccontato.

 

 

Ci diranno Sognatori, Utopisti, Illusi che mai vedranno la meta… Hanno ragione, perché l’Utopia è quella Stella che guida i naviganti, non è l’isola da raggiungere. Ma senza quella Stella, saremo persi, nel mare turbolento e oscuro che ci circonda.

 

Allora solo ritrovando il coraggio di Sognare, Alto, potremo ritrovare noi stessi, ridar una traiettoria di Senso alla nostra Vita ed al nostro Andare, e contribuire davvero allora a costruire quella Scuola, e quella Società, capaci di Futuro, degne delle Persone piccole e grandi che siamo."

 

(dal libro "Il Coraggio di Insegnare", S. Piazza, 2012, Creativa Edizioni).