chi sono

 Sono Simone Piazza. Laureato in Scienze dell’Educazione e ph.d. in Scienze Pedagogiche e Didattiche a Padova, da oltre vent'anni insegno nella scuola primaria e svolgo attività di ricerca e sperimentazione educ-attiva in varie scuole pubbliche e non italiane e all'estero (in particolare in Brasile, Colombia, Germania, Marocco, India).

 

Il mio cammino alla ricerca di una Pedagogia-Educazione-Scuola Autentica è iniziato seriamente quando, 15 anni fa, in crisi rispetto al mio essere insegnante in un modo che non sentivo adeguato a me e ai miei piccoli alunni, e al mondo accademico così rigido e dominato da logiche di potere, ho deciso di partire per andare a conoscere l'educazione popolare-comunitaria  (Freire, Freinet, Milani) in Brasile e Colombia, dove ho abitato e collaborato per alcuni anni assieme alle Donne che lottano per i diritti della propria comunità, specialmente dei bambini e dei ragazzi. Alla loro Storia di Vita e d'Educazione è dedicato il mio libro "Il Coraggio di Insegnare".

 

Rientrato in Europa, circa 10 anni fa ho incontrato la pedagogia democratico-libertaria (Neill), che ho approfondito e sperimentato sia studiando che svolgendo ricerca in scuole ed esperienze educative sia all'estero (scuola Kapriole a Friburgo, Germania; Idec; Blue Mountain School in India) che in Italia (Piccola scuola Kether a Verona; i Saltafossi a Bologna; Serendipità a Osimo).

Da allora sono anche membro della REL (rete italiana educazione libertaria), e da circa 5 anni ho collaborato a creare il Gruppo di ricerc-azione educativa "La scuola che non c'è",  con cui abbiamo realizzato varie esperienze di Centro Estivo democratico-libertario nel bosco, e da tre anni anche "La Tana di Spino", luogo di incontro pomeridiano autogestito da bambini dai 4 agli 11 anni secondo modalità concordate assieme in assemblea.

  

In Italia, mi sono impegnato da almeno 10 anni ad attivare e sperimentare anche dentro la scuola statale e gli spazi educativi pubblici progetti educ-attivi che affrontano il disagio infantile e giovanile, il bullismo, la demotivazione e dispersione scolastica come fenomeni sociali derivanti da un "deficit da cre-attività e protagonismo inespressi" da parte di bambini e giovani spesso ancora troppo segregati in binari predefiniti rigidamente dagli adulti. 

Tra gli altri, ho ideato il progetto “A Scuola di Partecip-azione”, ormai alla sua decima sperimentazione in varie scuole e spazi comunali della provincia di Treviso e di altre Regioni (Emilia Romagna). In alcune realtà territoriali sono iniziati al suo interno i "Gruppi locali di Cittadinanza Attiva", rivolti principalmente ai ragazzini della scuola media, ridando loro fiducia e "potere" nell'inter-agire con e per la propria comunità locale.

 

E' all'interno di questo progetto che ho iniziato, su loro richiesta, a facilitare un percorso di form-azione per adulti (insegnanti, educatori, genitori, nonni…) dove sperimentare assieme simili percorsi di condi-visione, mediazione e negoziazione, empowerment e valorizzazione dell’esperienza di ognuno. All'interno si attivano Gruppi-idea e Gruppi di Lavoro che possono decidere di attivarsi in percorsi di progett-azione collaborativa nel territorio per migliorare alcuni dei problemi riconosciuti collettivamente. Da questo primo laboratorio form-attivo è nato da un anno il Percorso di BioFormazione Integrale in Pedagogia Autentica che mira a far vivere in modo esperienziale molte delle dimensioni e dinamiche educative tipiche di ogni esperienza autentica, a cominciare da se stessi, i propri modelli e valori, per poi fissarle e approfondirle alla luce di alcuni tra i principali riferimenti teorici (Neill, Montessori, Milani, Freire, Rosembergh...).

 

Sono anche iniziatore e animatore del “Cerchio dei Sognatori", ispirato all'esperienza sudamericana di Villa Maga (la Repubblica dei Sognatori), metodologia di ascolto profondo, emozionale, visione creativa, disegnazione di futuri progetti possibili, applicata da anni anche con bambini, ragazzi, insegnanti all'interno di alcune scuole che frequento.

 

Di ritorno dai viaggi di studio e ricerca in sudamerica, che mi hanno profondamente coinvolto e convocato ad esserne testimone, sono stato anche cofondatore di “Educazione Senza Frontiere” assieme alla docente Cristina Amplatz, spazio di condivisione e ricerca-azione all’interno dell’Università di Padova. Presso i corsi di Laurea in Scienze dell'Educazione e di Cooperazione internazionale, per 8 anni ho collaborato come formatore ai percorsi rivolti agli studenti in particolare a quelli in partenza o al ritorno da esperienze di tirocinio all'estero.

 

Costantemente alla ricerca dell'Educazione e del Sé Autentico, recentemente ho voluto approfondire e sperimentare un altro approccio educativo, dato che ne trovavo significative testimonianze in tante esperienze di tutto il mondo: la pedagogia di Maria Montessori. Ho recentemente ottenuto il titolo di specializzazione didattica secondo il metodo Montessori.

Inoltre, negli ultimi anni sto approfondendo e sperimentando tra noi adulti e con bambini e ragazzi la Comunicazione ecologica (J. Liss) e non-violenta (M. B. Rosenberg), il Teatro dell’oppresso (Boal),  la Deep Democracy (A. Mindell).

 

 Ed è proprio da questi ulteriori approfondimenti, anche in campi non strettamente connessi all'Educazione come comunemente intesa, che ho da poco cominciato a scorgere davanti a me sempre più una Mappa di Intrecci, un rimando di riflessioni, buone pratiche, metodologie che mi sorprendono per un loro intrinseco convergere, attorno ad una centralità del Bambino/a, dell'Uomo/Donna che resta un punto di partenza per tutti questi Percorsi pedagogici ed educativi, che pur mantengono impostazioni e riferimenti storico-culturali e politici differenti.

 

Una trama sempre aperta ed in divenire, senza un vero e proprio guru o fondatore, ma patrimonio dell'Umanità in cammino verso l'Autenticità di sè e dei propri cuccioli.

Quella che io ora chiamo PEDAGOGIA AUTENTICA.

 

 

 

"Poi vi è la mia Storia, quella di un Cammino alla ricerca di dove la Vita, e la Scuola, abbiano ancora un valore. Perché nessuno più da noi te lo insegna, quel lavoro; nessuno più ti accompagna a viverne il Senso, e la Forza. Un lavoro che io stesso, ad un certo punto, ho sentito come una coperta troppo corta, che ora mi copriva i piedi, ora la testa, ma ne mancava sempre un pezzetto, per sentirmelo bene addosso, per sentirlo adeguato e degno dei miei piccoli alunni. " (Da “Il Coraggio di Insegnare”, di S. Piazza, 2012, Creativa Edizioni)